Avezzano

La città di Avezzano è il nucleo urbano più popoloso ed esteso della Marsica. Per rinvenire le prime testimonianze di presenza umana sull’area bisogna risalire addirittura al Paleolitico inferiore quando, provenienti dalla costa, alcune tribù bertoniane si stanziarono sulle sponde del Lago Fucino. Ben più concreti sono invece i lasciti dell’epoca romana presenti già dall’VIII secolo a. C. sotto forma di necropoli. Il “fundus Avidianus”, riconducibile al II secolo a.C., fu infine incluso nell’ager di Alba Fucens. Episodio cruciale nell’evoluzione storica dell’insediamento fu l’ambizioso progetto di ingegneria idraulica avviato per volere dell’Imperatore Claudio nel 41 d.C. ed atto a prosciugare con un emissario il Lago facendo defluire le acque per il tramite di appositi cunicoli (link).

Il periodo medievale fu caratterizzato da una polverizzazione del nucleo abitativo ed Avezzano fu citata per la prima volta in modo inequivocabile nel IX secolo da Leone Marsicano nella Chronica monasterii Casinensis anche se il processo di aggregazione urbana poté dirsi concretamente avviato soltanto dopo la vittoria di Carlo d’Angiò nella celebre battaglia di Tagliacozzo che portò all’elezione di Avezzano come capoluogo della contea di Albe. Nel XV secolo le famiglie Orsini e Colonna si contendettero il controllo della città in un alacre lotta intestina che vide prevalere all’esito quest’ultima famiglia, spalleggiata dal Regno di Napoli la cui egida sul territorio durò fino al XIX secolo con la relativa abolizione del feudalesimo.

In età contemporanea tra le vicende che legano maggiormente alla cronaca storica Avezzano troviamo indubbiamente il secondo prosciugamento definitivo del Fucino operato sotto l’egida di Alessandro Torlonia tra il 1855 e il 1876 che mutò per sempre la geopolitica del territorio inoculando sul tessuto sociale l’agricoltura che si rivelerà volano principale per la crescita economica dell’area. Il devastante sisma del 1915 pretese da Avezzano il tributo più significativo con oltre diecimila delle 30.519 vittime che l’evento mietette in tutta la Marsica portando, così, alla completa ricostruzione della città, poi nuovamente riedificata nel secondo dopoguerra a causa dei molteplici bombardamenti che ne devastarono il volto.