Gioia dei Marsi
Il territorio comunale, lungo il versante montano della valle del Giovenco, rappresenta la porta d’ingresso della Marsica fucense verso il parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con le località di Gioia Vecchio, Sperone e Passo del Diavolo situate invece in posizione di altura rispetto all’agglomerato comunale.
La toponomastica non riesce a fugare i dubbi sull’origine del nome di questo borgo marsicano; soccorre quindi una sorta di leggenda popolare che lo fa derivare dalla felicità degli abitanti di vari casali che decisero di unirsi per forgiare un centro urbano più sicuro. Un’altra ipotesi lega il nome di Gioia al toponimo accadico “Joya”, ovvero “luce” oppure “giorno”, riferito all’originario nucleo abitato di Gioia Vecchio.
La leggenda si fa preferire in quanto a datazione e modalità di origine dell’agglomerato urbano che nacque dopo l’invasione dei Saraceni, durante il X secolo, quando i villaggi situati a ridosso della piana fucense vennero abbandonati a favore di centri posti nelle vicine zone d’altura come, appunto, il borgo primigenio di Gioia Vecchio.
Gioia fu una delle località maggiormente colpite dal violento sisma del 1915, a causa della geologia del proprio territorio, situato proprio sulla faglia del Fucino. Come per la parte nuova, anche Gioia Vecchio venne completamente ricostruito e restaurato, consentendo la preservazione del proprio suggestivo retaggio ancestrale.