San Benedetto dei Marsi

Indubbiamente l’epoca più fulgida per il borgo marsicano è stata quella romana, quando la località era nota come Marruvium, denominazione strettamente legata a Marrus, il leggendario fondatore del nucleo urbano la cui posizione strategica, insistente sulle sponde del lago Fucino, lo rendeva un importante snodo commerciale per l’intera area. Restano in piedi dei lasciti di questo periodo come le mura, l’anfiteatro, una domus romana nonché i resti della cattedrale di Santa Sabina, risalente al periodo paleocristiano.

Il Medioevo è indissolubilmente legato alla figura di S. Berardo, strettissimo collaboratore di Papa Pasquale II, che trascorse gli ultimi anni della sua vita proprio a Marsia (questa la denominazione del paese nell’Età di Mezzo); anche grazie all’interesse veicolato verso la località marsicana dalla sua figura, essa fu sede vescovile fino alla fine del ‘500, quando, per volere di Papa Gregorio XIII, la stessa fu trasferita nella vicina Pescina.

Il prosciugamento del Lago Fucino ad opera di Alessandro Torlonia generò un enorme sviluppo economico nell’area, veicolato dalla messa a coltura dei territori bonificati e S. Benedetto (all’epoca facente parte del comune di Pescina) fu tra le località che ne beneficiarono maggiormente, con un aumento della popolazione che sfiorò il 70% nella seconda metà dell’Ottocento.

Anche in loco, il conto di vittime richiesto dal devastante sisma del 1915 fu enorme, contando 2.300 vite spezzate. Il secondo dopoguerra sarà ricordato invece come un periodo di profonda rinascita per S. Benedetto, che poté festeggiare anche l’indipendenza amministrativa.

Una curiosità sulla sua strutturazione territoriale: S. Benedetto è il comune più pianeggiante della Marsica, presentando un’escursione di appena 50 metri.