Tagliacozzo

Al di là della presenza preistorica, addirittura neolitica, i cui lasciti sono stati rinvenuti in grotte limitrofe, esistono sicuri cenni storici di un abitato nell’attuale località alta di Tagliacozzo a partire dall’XI secolo. Prima di allora si sono ritrovati, in alcuni testi imperiali Carolingi, riferimenti al Monastero di S. Cosma, altrimenti detto “In Heloritu” (cioè in un bosco di alloro).

Il centro abitato di cui si è detto si sarebbe sviluppato attorno a tre Parrocchie – S. Nicola, S. Egidio e S. Pietro – e comunque nella parte alta dei monti Arunzo e Civita, che sovrastano l’attuale città. Nel corso dell’XI secolo il territorio fu inglobato nella Contea dei Marsi, attribuita, nel 926, a Berardo il Francigeno, capostipite del casato Berardi.

Il 1268 è una sorta di “anno zero” per la storiografia cittadina, protagonista dell’epica “battaglia di Taglicozzo” imperversata sui Piani Palentini tra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò: uno scontro dalla valenza politica con pochi eguali, avendo segnato il destino d’Europa in favore degli Angioini sugli Svevi, favorendo ancora per secoli il potere temporale del Papa e degna di una menzione anche da parte del Sommo Poeta nel XXVIII canto dell’Inferno.

Nel 1400 circa il Papa Alessandro V, quale premio per l’appoggio ottenuto in una contesa territoriale, staccò la Contea di Tagliacozzo dal Regno di Napoli per aggregarla allo Stato Pontificio, confermandone la titolarità a Giacomo Orsini. Intorno al 1410 gli Orsini ottennero di aprire in Tagliacozzo una Zecca che creò, nel tempo, due monete: prima il “Bolognino” e poi il “Cavallo”. La famiglia Orsini, proprietaria di altri feudi e con un potere che andava dal Tirreno all’Adriatico, nel 1497 fu privata dal Papa del feudo – divenuto Ducato – di Tagliacozzo, che passò ai Colonna. Con tale nuovo dominio il centro del Ducato si spostò gradualmente verso Avezzano, dove fu ampliato il castello costruito dagli Orsini. Iniziarono così per Tagliacozzo tempi di magra, figli del mancato inserimento della compagine cittadina nell’evoluzione maturata nei restanti territori marsicani.

Nel XIX secolo Tagliacozzo fu toccata dal fenomeno del Brigantaggio, per il quale si ricorda in particolare l’attività del Brigante Boryes (invero generale borbonico) che godeva nella zona di varie protezioni ma che fu infine catturato e fucilato. L’Unità d’Italia fu un processo non pienamente condiviso nel territorio e molti furono i moti reazionari insurrezionalisti contro il nuovo stato Piemontese, sedati con grande spargimento di sangue.